Lo Scenario

La ricchezza nutrizionale e nutraceutica del pomodoro, la sua diversità botanica e l’ampia magia di un suo uso in cucina fa da sempre del pomodoro uno dei prodotti di maggiore interesse per l’industria alimentare mondiale. Secondo produttore mondiale e rappresentante ben il 53% della produzione europea, l’Italia è leader per la lavorazione e il primo paese esportatore di prodotti a base di pomodoro, primo fra tutti il pomodoro pelato. Nel solo 2021, a fronte di 71.217 ettari messi a coltura, sono state trasformate 6,05 milioni di tonnellate di pomodoro, di cui il 51% nel bacino Nord e il 49% nel Centro-Sud (https://anicav.it/i-prodotti/pomodoro). La Campania, in particolare, costituisce il maggior bacino di produzione di pomodoro destinato alla trasformazione industriale con stabilimenti di rilievo a livello nazionale ed europeo (concentrati prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno).

Il potenziamento della capacità di gestione in termini operativi e strategici della filiera si scontra con la grave produzione di scarti e uno smaltimento che ancora oggi male impatta in termini di costi ed inquinamento ambientale. Infatti, sebbene diverse siano le strategie proposte per favorire il recupero ed il riuso delle biomasse, grossi limiti portano alla strutturazione di un network di attività volte ad una valorizzazione integrata dello scarto. La revisione sistematica della letteratura indica come gli scarti della filiera pomodoricola, alla stregua di quelli prodotti da altre filiere di impatto nel nostro territorio, sono un’eccellente fonte di sostanze bioattive, pienamente utilizzabili nel settore nutraceutico e in quello dei supplementi alimentari. In vero, la difficoltà di estrarre in modo esaustivo le diverse componenti metaboliche specializzate attraverso le attuali strategie alternative in campo estrattivo favorisce il comune ricorso a tecniche di estrazione convenzionali, contemplanti un massiccio uso di solventi organici ad impatto ambientale.

 

Produzione di Pomodori in Italia